COMANECI-ANGUILLE

VOTO: 6,8

Attivi dal 2005 i Ravennati comaneci rappresentano uno dei migliori esempi italici di elaborazione da sonorità anglosassoni. La loro miscela di Nu Jazz, Soul, Post folk e Gospel si è evoluta con alcuni problemi di stallo e in “Anguille”, disco uscito il 14 Ottobre 2022 per Santeria Records, Wallace Records e Tannen Records, trova la sua forma finora meglio congeniata.

L’album parla di evoluzione, di imprevedibilità e di crescita usando come metafora l’anguilla, abitante del fiume, metafora dello scorrimento perpetuo. Nell’album questo concetto potrebbe equivalere ad elementi come l’imperfetto allinamento di voce, melodie e ritmiche. Nei brani rimangono sempre degli spazi che rendono all’orecchio un evolversi imprevedibile.

La sfaccettata performance vocale di Francesca Amati rappresenta assieme agli effetti sonori , la chiave di volta in “Anguille”. Questa si permette nelle strutture dei brani di divagare a piacimento con fraseggi che ricordano sia interpreti come Norah Jones o Soley in quelle più Folk e Avantgarde, così come Jessica Bayliff. Particolare in questo senso è “The Tongue”, brano a metà tra un canto nordafricano e una canzone folk inglese: una parte strumentale ricca ma discretissima, effetti elettronici che disturbano una melodia essenziale sulla quale si staglia la voce effettata della Amati.

Lungo le 11 tracce degli album questi elementi vengono assemblati con alti e bassi: le canzoni non riescono sempre a catapultarti nel mood che vogliono comunicare. L’ascolto inoltre riusulta spesso rallentato, vuoi per gli stacchi tra un brano e l’altro o per parti strumentali troppo dilatate che danno l’idea di un “temporeggiamento”. Ci troviamo però di fronte all’album più articolato della band è ad una bella evoluzione stilistica.

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