VERA DI LECCE-ALTAR OF LOVE

VOTO 6,5

Gli antichi dicevano “conosci il nome del tuo idolo e te ne libererai”. Gli idoli, o credenze, cose che ci fanno aprire bocca e che ci fanno agire ogni giorno, fonte di gioia così come di sofferenza. La salentina Vera di Lecce, musicista e performer, cerca col suo nuovo album “Altar of love”, uscito per Niamfunken e  Manimal Vinyl dal 21 ottobre 2022, di guardare i suoi demoni in tono amichevole: non c’è lotta, non c’è paura, non c’è distacco, c’è solo accettazione di questi come parte integrante della sua persona.

Durante l’ascolto dell’album si ha l’impressione Vera di Lecce stia nella stessa stanza con i suoi demoni, ad ognuno dei quali viene dedicato un brano: la composizione dei brani è puntuale e rigorosa, complice anche il pesante uso di elettronica, questo differenzia parecchio il nuovo album dal precedente 29 seconds, molto più centrato sul Folk e Soul. Il tutto appare come un costante botta e risposta tra lei e gli stimoli che questi le danno.

I brani nella loro razionalità appaiono tutti ammantati di drammaticità, aspetto che riprende direttamente dalle influenze che l’artista ha preso dal cantautorato scandinavo e la musica etnica mediterranea. Enorme peso lo hanno anche le tecniche vocali gutturali e percussive usate.

Le ritmiche usano spesso come sample percussioni etniche che uniti ai Glitch creano atmosfere ambigue. In “Jenome” un ritmo irregolare viene ammantato da Glitch e melodie di stampo cosmico, mentre in “Sorry” un basso Funky si unisce a vocalizzi/scretch ed una sezione ritmica che ricorda le clave e dei fogli che sfregano. In “Jenome” invece alla solita struttura marziale si aggiunge in sottofondo quello che sembra essere il suono d’un clarinetto.

Nella sua inventiva l’album lascia un pò da parte la questione arrangiamento: i brani suonano tutti solipsistici, e come se tra una traccia e l’altra ci sia un costante punto e a capo. Trovo che per apprezzare “Altar of Love” si debbà però vedere Vera di Lecce live, ambiente dove lei da il meglio di se. Rappresenta più un antipasto di ciò che l’artista pugliese è in grado di fare, perciò io vi consiglio due strade: potete cercare la sua prossima data e poi dopo procurarvi l’album altrimenti procurarvi l’album e poi completare l’esperienza vedendola dal vivo. In entrambi i casi difficilmente ne uscirete delusi.

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