Zooloft: rivelazioni orrorifiche primordiali

 

  Copertina realizzata da @pasdesensi                      

“Zooloft” è il nuovo album dei Mckenzie, uscito il 12 agosto scorso per Blackcandy produzioni.
I Mckenzie sono una band italiana originaria della Calabria che negli ultimi anni, complici un ottimo ep omonimo distribuito da Audioglobe, il loro lp di debutto “Falena” ed una serie di vittorie a festival importanti come l’Arezzo Wave si è fatta strada nella comunità rock italiana.

Il nuovo album è forse quello più ambizioso della loro carriera, è una sorta di concept album pienamente descritto dalla copertina. Dall’opera dell’ illustratore Paquale De Sensi traspare una rappresentazione del mondo nichilista e grottesca che sconfina nell’incubo. Strappato il velo di maya la band racconta con uno spirito sofferente ed a tratti esausto tutto quello che vede. Lungo i trenta minuti circa di durata l’album regala otto episodi dal titolo animalesco e disegna coi testi scenari quasi da disturbo posttraumatico.
Sonoricamente parlando “Zooloft”  è un bel melting pot di no wave(i testi proclamati come sermoni e la voce affranta, inserti di strumenti inusuali) post hardcore (chitarre zanzarose o sferraglianti) e noise rock(batteria tellurica al limite del tribale, composizione fortemente istintiva). Anche la produzione è ottima, opera di Carlo Scali, riesce a mettere tutti gli strumenti sullo stesso livello creando quella sorta di assalto frontale. 
Il problema principale (se non l’unico rilevante) di “Zooloft” è stato in fase d’arrangiamento: tutte quante le canzoni hanno il difetto di non essere omogenee, spesso tra una parte e l’altra di tutte le tracce si perde in continuità e questo aspetto fa ogni volta scendere la tensione narrativa. Al di la di questo particolare che gli si perdona i Mckenzie si confermano una bella realtà nel panorama alternative rock italiano con (speriamo) un percorso musicale ancora lungo davanti.

VOTO 68/100

HUMUS

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