FLASHBULBS: INCONTRARSI SULLA STRADA DEL CAMBIAMENTO

 

La copertina dell’album, opera di Giorgia Odasso

Flashbulbs è il secondo lavoro sulla lunga distanza dei liguri Artichokes, pubblicato per la minuscola Re_Verb_Records.

Musicalmente parlando ci troviamo di fronte ad un lavoro di confine. Nei trentacinque minuti che compongono l’album confluiscono varie sonorità, dal math-rock allo stoner, dal post grunge alla synth wave, tutte influenze viste poi sotto la lente della psichedelia.

Visto il tema comune a tutte le tracce, ovvero il metabolizzare le esperienze e trovarsi cambiati, si potrebbe pensare “Flashbulbs” come una lunga suite divisa in episodi più che ad un concept album, complice anche la lunghezza relativamente corta del lavoro.

L’album, come vuole la tradizione post rock, è prevalente strumentale e gioca molto sulla cura degli arrangiamenti e la ricchezza delle parti. Le voci spesso sono filtrate ed hanno solo un ruolo esplicativo anche in brani come “Possibile”, l’unico nel quale il cantato si unisce agli altri strumenti. Il ritmo e la melodia durante il decorso dell’album spesso diventano una cosa sola o si scambiano le parti, creando un vortice di sensazioni utili al tema che sta alla base del lavoro

Il punto di forza di “Flashbulbs” è l’essere riuscito a costruire una storia in musica nel modo in cui le colonne sonore dei film accompagnano le immagini. Dalla lunga traccia iniziale “Toska” e la successiva “Neurone” si muovono tra ritmiche e chitarre math rock e aperture psichedeliche con i synth e gli assoli di chitarra che creano quell’atmosfera rarefatta utile all’ entrata della terza traccia, “L’Orda Lorda Degli Androidi”, un pezzo oscuro dalle ritmiche dirette che precede gli ultimi tre brani dell’album, quelli più ragionati del lotto, la parte dell’album in cui si racconta il compimento del cambiamento in seguito alle esperienze vissute.

Con “Flashbulbs” gli Artichokes sono riusciti a creare un album complesso ma tutto sommato orecchiabile, una proposta musicale coerente in grado, come il genere da cui sono partiti vuole, di trascinare l’ascoltatore lavorando però sull’immediatezza della proposta, cosa che in un genere eccessivamente intellettuale come il post rock male non fa.

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HUMUS