KIEFF, un viaggio di schizofrenie new wave

artwork di Sue Doerksen

I Kieff hanno da poco pubblicato il loro secondo album omonimo, edito per la Bottom Shielf Records, etichetta indipendente olandese.

L’album segue il seppur ottimo debutto Das Anton del 2018 e presenta una notevole evoluzione della proposta musicale; da un esordio quasi dark wave con influenze di gruppi come Editors la band ha fatto un salto in avanti, abbracciando sonorità più accese ed intricate giungendo così ad un rock particolarmente squillante, fortemente caratterizzato da tempi dispari nel quale però non mancano le classiche sfuriate debitrici del punk hardcore più tradizionale.

Lungo i 14 brani che compongono l’album ci troviamo di fronte ad un melting pot piuttosto variegato di sonorità che fanno ritornare in mente i Devo, i Minutemen(specialmente nelle linee di batteria) e l’eccentrismo di Captain Beefheart.

L’ascolto dell’album non è mai scontato: ad atmosfere Jazz si contrappongono talvolta parti più quadrate e dritte tipica delle new wave(la open track) a un classico motivo country si affianca con naturalezza a delle urla strazianti(Line) fino ad un ampio uso di percussioni in Aftermath, Hank e Social Skills

Album che si presenta come un ottimo inizio per evoluzioni future, i Kieff possono considerarsi un ottima band da ascoltare per tutti i fan degli Idles, dei Fontain DC e della nuova ondata new wave che da qualche anno sta prendendo piede

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