TULPA-NEXT

voto 7,5

I Tulpa sono uno di quei gruppi che se non esistesse Bandcamp mai si potrebbe arrivare a conoscerli. Vengono Da Denver in Colorado e di loro è molto difficile trovare informazioni; nella descrizione su Bandcamp sembra trapelare sia un progetto artistico di piacere realizzato da un certo Jacob Gustafson-la persona che appare nei videoclip e nell’avatar su Spotify, dove hanno appena un centinaio di ascolti mensili- e nulla più.

Ascoltando”Next” il loro secondo album, disponibile online dal 30 settembre 2022, appare chiaro quanto il gruppo affronti la composizione “di petto” mettendo in musica un energia recondita e a tratti caotica; il loro Industrial Metal misto a Noise Rock, figlio di band come i Big Black e gli Arab On Radar ,nei dieci brani che compongono l’album inserisce influenze riconducibili a band come gli Eels e gli Spoon. Un alternanza di furia cieca-con ampio uso degli screaming vocals- e ponderatezza cantautoriale che si evolve in maniera rocambolesca ma avvincente.



I dieci brani che compongono l’album-anche se a tutti gli effetti sono presenti un intro, un outro e un intermezzo- si caratterizzano per una struttura complessa e un continuo sottofondo di effetti elettronici, aspetto ben rappresentato dall’inferno digitale della copertina. “Half:Half” è un brano che inizia Space Rock con una voce artefatta al vocoder; a metà cambia completamente atmosfera grazie a un riff sabbathiano e un soffocato screaming sino alla fine del brano. “2020 weight” unisce un riffing di matrice Black metal a una batteria Math rock: parti piuttosto slow si alternano ad altre rabbiose, nel finale un’inaspettata chiusura con una vocalità surf rock e un tipico ritmo skunk beat.

Il difetto dell’album è che si perde troppo nella voglia di dare intensità ai brani, come nella title track, il pezzo più lungo dell’album; dopo un urlo che interrompe il lungo intro melodico il brano prima diventa drone, poi alterna parti beat ad altre Grind. Questa cosa però dura troppo, il brano si salva grazie al finale che spezza la monotonia.
“Next” può considerarsi quindi un album soddisfacente, catartico e fantasioso ma con sonorità ancora migliorabili. Intanto però va bene così.

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